Bruno Peres: “Voglio tornare in Serie A, alla Juve il gol più bello”

L'ex terzino di Torino e Roma ha 34 ed è svincolato dopo l'esperienza all'Athletico Paranaense

Bruno Peres a 34 anni è pronto a tornare in Italia. Dopo due anni al Torino, che lo portò in Serie A grazie all’ennesima intuizione di Gianluca Petrachi (che lo pagò 2 milioni…) e tre in tutto alla Roma, il terzino la scorsa stagione è tornato in Brasile. Ma ha ancora voglia di Italia. L’ha detto a TMW. Ecco le sue parole.

 

Condizione. “Sto bene e ho voglia di ricominciare. Il mio agente adesso è in Europa dove sta facendo un po’ di lavoro e quando tornerà mi porterà novità.

Progetti. “Sono tornato in Brasile e ho potuto godermi la famiglia, l’affetto delle persone care. Ma dopo aver giocato quasi 10 anni in Europa mi sono abituato a un certo tipo di calcio. Per cui voglio tornare a giocare in Europa”.

Italia. “Mi piacerebbe perché è un paese che mi ha accolto benissimo. Il Parma? Ha una storia bellissima per il calcio italiano, ma non ho un’idea precisa sulla squadra. Parlando anche col mio agente di recente non ho avuto indizi da parte sua”.

Athletico Paranaense. “Finito il contratto ho valutato le offerte. Ne sono arrivate 2-3 ma non sono andate a buon fine. Qualcosa è arrivata dalla seconda divisione ma era un’ipotesi che non ho voluto prendere in considerazione. Meglio aspettare e restare con la mia famiglia che mi dà la forza per andare avanti”.

Gian Piero Ventura. “Per Ventura ho un affetto grandissimo, come se fosse un papà. Mi ha insegnato tantissime cose. Quando ero al Torino lui era una di quelle persone che non mi diceva mai ‘bravo’, non mi faceva mai un complimento. Me lo spiegò il giorno che mi stavo trasferendo alla Roma. Mi disse: ‘Non ti ho mai fatto i complimenti perché avevo paura che perdessi la testa’. Mi massacrava, ma lo faceva per il mio bene perché voleva che io crescessi. Mi spronava, mi ha insegnato tante cose e mi ha fatto essere un grande uomo. L’ho trovato quando ero a Roma e lui allenava la Nazionale, è stato un bel momento”.

Torino. “Il gol nel derby è più bello che abbia mai fatto, non so per quanto verrà ricordato. Vidal mi rincorreva a non mi prendeva mai, alla fine è dovuto venire in Brasile, nell’Athletico Paranaense, dove giocavo anche io per farlo (ride, ndr). Fu storico perché erano 12 anni che il Toro non segnava nel derby, ma la cosa più bella è stata al ritorno dove abbiamo vinto, non succedeva da 20 anni. Vedere i tifosi del Toro che piangevano dalla gioia non ha prezzo”.

Roma. “Una piazza complicata ma le persone ti amano da morire, hanno un rispetto e affetto enorme. Dopo due anni a Roma ho voluto ritornare in Brasile perché papà e mamma avevano dei problemi e ho deciso di stare vicino a loro, non potevo lasciarli da soli. Sarei potuto tornare anche al Torino, mi chiamò Petrachi poi fu lui a trasferirsi alla Roma. Per me è stata una bellissima esperienza e ogni volta che ho la possibilità di tornare sono sempre belle parole e grandi abbracci. Mi vogliono bene e questo non lo posso dimenticare. Quando posso seguo ancora i giallorossi, fuso orario permettendo”.

Rimpianti. “Non aver segnato nel derby della capitale”.

 

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