L’ex attaccante del Torino Marco Ferrante non ha mai avuto peli sulla lingua. E quando si torna a parlare di granata è ancora più incisivo, incorna come faceva una volta. Ecco la sua intervista a Tuttosport.
Certezza Zapata. “Ha fatto sempre gol nella sua vita e continuerà a farne: lui è la certezza del Toro, è un leader assoluto e con lui la doppia cifra è sicura pure quest’anno. Normale che Vanoli abbia scelto di dare la fascia al colombiano. Certo, non si può pensare di vivere solo grazie ai gol di Zapata e penso che ai granata manchi esattamente questo”.
Ambizioni. “I miei trascorsi al Toro riguardano un periodo in cui non avevamo stabilità societaria e questo pesa enormemente. A Cairo bisogna riconoscere questo: cascasse il mondo, oggi i granata in Serie B non ci vanno, nemmeno se disputano un brutto campionato. Il club è solido, non ha problemi e va avanti praticamente col pilota automatico. Ma i tifosi si chiedono sempre la stessa cosa: perché Atalanta, Fiorentina e Bologna, per esempio, riescono a fare risultati che per il Toro sono sempre impossibili? L’ambizione manca ancora, mi pare innegabile”.
Buongiorno. “Mi piange il cuore, se una società decide di costruire una squadra ogni anno più forte, aggiunge dei tasselli e non li vende. Il Toro non costruisce, ma sostituisce. Non vedo programmazione, vedo invece un pensiero rivolto alla giornata, ragionamenti stagione per stagione. Se guardo la rosa di oggi dico: ma se Zapata si becca un raffreddore, come fa il Toro a vincere una partita? Chi fa gol? Chi salta l’uomo? Chi toglie le castagne dal fuoco? I problemi sono sempre i soliti”.
Milan. “Il tempo degli esperimenti è sicuramente finito. Spero di vedere un grande Toro a San Siro: una prestazione coraggiosa darebbe un bel segnale ai tifosi e anche al campionato. Mi auguro di vedere Adams titolare in attacco: il suo ingresso in campo in Coppa Italia mi è piaciuto molto”.
Vanoli. “Da solo non può bastare. Ma devo dire che mi piace molto: è un grande lavoratore, un uomo senza fronzoli e sa benissimo che allenare a Torino non è come farlo a Venezia, con tutto il rispetto. Col lavoro quotidiano, visto che arriva da anni accanto ad Antonio Conte, può davvero migliorare i singoli e il collettivo. Piacerà molto alla gente: anche dalle prime parole, mi è parso un tipo ri-soluto e con idee molto chiare”.
Mercato. “Dietro e a sinistra qualcosa manca. Spero ancora che il Toro possa arrivare a Gosens: è un giocatore forte, esperto e di caratura internazionale. Ma io andrei a investire anche su un elemento di qualità sulla trequarti o in mezzo al campo: ai granata man-ca un po’ di tecnica, un po’ di imprevedibilità».
Coco e Ricci. “Saul Coco mi sembra possa essere un degno erede di Buongiorno dal punto di vista tecnico-tattico: ha qualità, gioca a testa alta e il suo impatto è stato positivo. Ma io penso che questo debba essere l’anno di Samuele Ricci: ora non è più un giovane, ma un veterano del Toro. Ha le caratteristiche per guidare il gioco, mi aspetto che diventi un leader assoluto della squadra e penso ci possa riuscire”.