Marco Ferrante non le manda a dire. Vero in campo, vero fuori, vero sempre. “Io sono innamorato del Toro, non può andare avanti così questa situazione”, ha detto tra le altro cose a La Stampa nella lunga intervista concessa al quotidiano di Torino. Ecco il pensiero dell’ex attaccante, 125 gol in granata.

“Io ho segnato di testa a gente importante e molto più alta di me, ma non ero Van Basten. Sfruttavo gli errori degli altri, mettevo l’astuzia, sapevo dove poter fregare l’avversario. Non ci si arriva la domenica, ma in settimana. Vanoli dice che non c’è alchimia tra Sanabria e Adams? Spero sia uno stimolo e che sia ben preso. Mondonico era un fenomeno in questo, toccava le corde giuste. Ma più che con il compagno, il feeling bisogna cercarlo con gli esterni e i centrocampisti, sono loro che devono servirti. Lentini sapeva dove mettermi la palla, ma non perché era Lentini, a volte bastava un passaggio rasoterra. Detto questo, il Torino ha grossi limiti, ma qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza sulle scelte di mercato estivo. Non si può mettere tutto il peso dell’attacco su Zapata. Adesso ad Empoli è la sfida della verità contro una squadra che gioca bene ed è in salute. Il Toro però deve fare 3 punti. Il Toro ce li ha i leader? Io ne vedo uno, Milinkovic-Savic: se manifesta nello spogliatoio la grinta che ha in campo… Mi auguro ce ne siano altri. E Cairo deve cedere la società, il suo tempo a Torino è finito da un pezzo. Mi auguro venda anche per il suo bene: mette i soldi, ma prende insulti dalla mattina alla sera. E’ un controsenso. Mi fa strano che un club così non attiri. Ho lavorato tanti anni tra Emirati e Qatar, del Torino si parla sempre, anche se ormai ha una classifica medio bassa”.