Dieci anni di Toro e più vittorie che sconfitte. Sembra fantacalcio, ma una volta per la Juventus affrontare il Torino nei derby voleva dire affrontare la partita più difficile dell’anno. Se lo ricorda bene Roberto Salvadori, il terzino granata dell’ultimo scudetto che in carriera ha raccolto 5 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte contro la Juventus. E adesso soffre a vedere questo Torino che ha vinto una sola volta con la presidenza di Urbano Cairo in 31 tentativi. Emozionante, la sua lettera a La Stampa in cui rincuora i giovani nipoti, figli di una generazione di tifosi granata che nella loro vita finora non hanno mai visto vincere il Toro.
Ecco una parte della lettera
Cari nipoti Martina, Mattia, Margherita: sabato c’è il derby… Il derby era una cosa seria! Spero lo sia ancora soprattutto per chi scenderà in campo. Non era solo una partita. La città era divisa in due, anche chi di calcio masticava poco o nulla nella settimana del derby era o juventino o torinista. La tifoseria granata era rappresentata da impiegati, operai e dalla classe media che conosceva il dialetto, i sostenitori juventini appartenevano invece alla borghesia e alla forza-lavoro della Fiat proveniente dal sud… Cari nipoti pensate che quando usciva il calendario si guardava subito la data dei derby. E cominciava l’attesa. Dal lunedì precedente la partita l’adrenalina iniziava a salire. L’ho vissuto da giocatore e da tifoso e la sensazione è la stessa. Per strada, nei negozi, in banca, nei luoghi di lavoro l’argomento era il derby. Con i gobbi ci si punzecchiava a vicenda e dopo la partita la disputa continuava. Chi aveva vinto gioiva e prendeva in giro, chi aveva perso subiva e sperava la vendetta in quello successivo. Da giocatore la città ti trasmetteva questa atmosfera speciale e in più gli anziani (Ferrini, Agroppi, Cereser e tutti gli altri) ti convincevano che il derby non era una partita normale, ma faceva storia a sé. Se capivi questo potevi vincere… Ho avuto la fortuna di vivere un periodo particolarmente felice… Spero che possiate emozionarvi anche voi per una vittoria, ma temo che per le nuove generazioni rappresenterà poco più di una partita vinta e tre punti in classifica.