Sulle colonne de La Stampa, Ezio Rossi ha raccontato la sua marcia di avvicinamento al derby contro la Juventus ricordando ai suoi, ai tempi di Vatta. Queste le sue dichiarazioni:
“Il primo derby in vita mia l’ho giocato che avevo dodici o tredici anni, eravamo in finale in un torneo a Caluso. Dovevo marcare Koetting e la notte prima non avevo chiuso occhio: lui non toccò palla e noi vincemmo. Per me era tutto il derby, ma da quando abbiamo avuto come allenatore Vatta ho cominciato a vederlo in un altro modo. È cambiato l’approccio. Vatta era anche uno psicologo, ti faceva avvicinare alle partite più attese nel modo più sereno possibile. «Più sei teso prima, più arrivi scarico», una delle sue lezioni. E in campo spesso e volentieri ce li mangiavamo. C’erano anche meno fair play e pure meno telecamere. Da quando mettevi piede al Filadelfia sapevi già cosa dovevi fare. Era quasi un obbligo.
Ma i tempi sono cambiati, anche tra i tifosi, è innegabile. C’è più disillusione e rassegnazione, una volta le sconfitte si smaltivano dopo giorni, adesso basta qualche ora e si guarda oltre quello che è accaduto in campo. Ma forse è il calcio ad essere diverso, dobbiamo accettarlo. Certo, gli ultimi anni hanno inciso. Anche quando li abbiamo incontrati pensando fosse la volta buona sappiamo com’è andata a finire al 90’. La settimana prossima vorrei vivere un derby sportivamente infuocato, dove un Toro imbizzarrito torni ad incornare la Zebra”