Il centrocampista parla di tutto nell’intervista rilasciata alla pagina social ‘Cronache di spogliatoio’
Samuele Ricci a cuore aperto. Il centrocampista del Torino si è concesso ai microfoni di ‘Cronache di spogliatoio’ e ha parlato di tutto, dalla sua esperienza con Juric alle sensazioni sull’Europeo Under 21, fino alle passioni extra-campo. Ecco tutte le dichiarazioni del classe 2001 granata:
Under 21? “Vogliamo fare bene. Le sensazioni sono molto positive, almeno guardando a come ci siamo allenati e a quanto siamo uniti fuori dal campo. Siamo carichi e abbiamo lavorato alla grande. Ormai siamo un gruppo che si conosce da tempo”.
Momenti più belli in carriera? “Direi i gol, visto che non ne faccio tanti. Il primo per il Torino l’ho segnato contro l’Empoli, dove sono cresciuto, e un po’ mi è anche dispiaciuto, ma sentivo che era la mia partita, ho anche preso un palo di tacco. L’altro è l’esordio con la Nazionale maggiore in Nations League contro la Germania. Indossare quella maglia è il sogno di ogni bambino, non me l’aspettavo assolutamente. Il mister Mancini è stato molto attento a correggere noi giovani in allenamento, non è una cosa scontata”
Sul Toro. “Da quando sono al Toro mi sento maturato come ragazzo e come calciatore e devo dire grazie anche al mister. Vi dico un segreto… quando ho avuto la possibilità di trasferirmi ero un po’ scettico sul modulo, non mi sentivo adeguato. Invece ho capito che era un’occasione per crescere e migliorare, e in effetti è stato così. Juric mi ha completato come calciatore, anche se posso fare meglio in fase difensiva”
Momenti difficili: “L’infortunio al polpaccio a inizio stagione, anche perché poco dopo mi sono rifatto male. Fino a quel momento non mi ero mai fermato e allora ho iniziato ad avere un po’ di dubbi. Avevo paura di sbagliare qualcosa nei carichi o nel modo di lavorare. Ho capito che in realtà fa parte della crescita, inizi a conoscere il tuo corpo. Non ero abituato al lavoro di Juric, è davvero tosto, ma è giusto così”
Passione viaggi. “Il viaggio in Namibia con la mia famiglia. Ha cambiato il modo in cui vedo le cose. Ho visto bambini e famiglie che non avevano niente, eppure sempre sorridenti. Quest’anno andrò in Kenya, per me viaggiare è importante e mi aiuta a preservare il mio equilibrio”