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LIVE La conferenza di Juric: “E’ tutto nelle nostre mani. Ci vediamo a luglio? Vedremo”

Le parole dell’allenatore del Torino alla vigilia dell’ultima giornata di campionato: domani all’ex Comunale arriva l’Inter

 

Juric è arrivato in conferenza stampa, cominciano le domande

 

Juric, ci sono indisponibili?

“Lazaro e Radonjic”.

 

Quanta pressione sentite?

“Nessuna,. giochiamo felici e liberi”.

 

Juric, qual è il bilancio? 

“Ho ragazzi splendidi, abbiamo lavorato duramente, i vecchi si sono confermati, i giovani sono cresciuti tantissimo. Se arriviamo ottavi, sarebbe splendido e inaspettato”.

 

Qual è la difficoltà nel preparare una partita così?

“Tante squadre non hanno obiettivi e fanno grandi partite, me lo aspetto anche domani. Inter pensa alla finale, ma sarà libera di testa. Noi dobbiamo fare partite come le ultime”.

 

Ritrovarsi così a 90’ dalla fine, come si sente?

“La mia sensazione è che tutto il gruppo di lavoro ha fatto un grande stagione, abbiamo avuto problemi, ma tutti hanno lavorato bene. Sensazioni positive, sono molto soddisfatto. Mi piacerebbe tanto vincere domani. Arrivare ottavi, poi vediamo cosa ci porta. Un premio al nostro lavoro”.

 

Al ritiro del Toro ci sarà ancora lei?

“Non voglio parlare nè di futuro nè di passato. Voglio godermi il momento. Se riusciamo a vincere, sarebbe uno dei più grandi risultati ultimi 30 anni. Sarebbe il top”.

 

Quali sono i margini dei giocatori per l’anno prossimo?

“In tanti hanno fatto la migliore stagione, qualcuno mi ha sorpreso, è cresciuto di più di quanto pensassi. Si può crescere ancora un po’ individualmente, ma più come collettivo”.

 

Perché fuori casa il Toro è più efficace?

“Non ho spiegazioni”. 

 

Domani ci sarà ta ta gente, sente di aver portato la passione che chiedeva e di aver compattato l’ambiente?

“Assolutamente no”.

 

Avrebbe voluto contemporaneità delle partite?

“Il resto non ci interessa, siamo arrivati dove volevamo arrivare, è tutto nelle nostre mani”.

 

Il gran finale ha alzato l’asticella delle ambizioni, pensa possa bastare un mercato per ridurre il gap con squadre come l’Atalanta?

“Otto squadre con la Fiorentina hanno una struttura nettamente superiore, con un mercato non cambi granché. Noi dobbiamo concentrarci sul lavoro, dobbiamo diventare perfetti nel lavoro, lì alzare l’asticella. Il livello è buono, ma voglio portarlo più su. Bisogna investire su professionisti di alto livello. Ma economicamente non ci sono le basi, c’è un abisso, ma possiamo avvicinarci”.

 

Quale potrebbe essere l’obiettivo dell’anno prossimo?

“Anche quest’anno è stato stimolante, ma si può alzare di più il livello di attenzione. Sul mercato alcune cose fatte bene, in altre troppo frettolosi, non in sintonia totale”.

 

C’è una base importante per cui il Toro quest’anno possa non essere smantellato?

“In questi due anni abbiamo fatto un lavoro importante, cambio generazionale: via gli ingaggi alti”.

 

Le piacerebbe fare un’esperienza all’estero? 

“Sì , mi piacerebbe, ho consociato realtà superiori alle nostre a livello di conoscenze. Mi stuzzica molto”. 

 

Nella sua testa ci sono intoccabili?

“Per me l’unico intoccabile è Buongiorno, rappresenta il Toro al di là del valore. per gli altri, ognuno ha il suo prezzo”.

 

E’ più soddisfatto dell’esperienza a Torino o a Verona?

“Sono due valori diversi, a Verona io e D’Amico avevamo più potere decisionale. Entrambe belle esperienze”.

 

Si sta occupando anche della campagna acquisti?

“Si lavora sempre in sintonia. Adesso Vagnati è in Argentina, più si va avanti e più ci capiamo”.

 

Chi fa più possesso palla ha più possibilità di vincere?

“La mia idea è rimanere aggressivi e rubare palla, ma anche dominare la partita. All’inizio ho voluto dare solidità difensiva e poi man mano mettere altre cose per crescere. Abbiamo un po’ perso in aggressività perché abbiamo perso quei giocatori”. 

 

Ci vediamo a luglio?

“Non lo so, vedremo con serenità”.

 

Da cosa dipende?

“Sono concentrato solamente sulla squadra, restiamo sull’obiettivo. Tutto il resto l’ho lasciato. Parlerò poi con la società”.

 

Ha cambiato comunicazione?

“Alla lunga non andava bene come facevo, adesso va meglio, si possono risolvere i problemi in un altro modo. Anche io sono più sereno”. 

 

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